The exhibition invites the traveler to search through a selection of Daguerrian portraits for signs of anguish, discomfort and tension that were perceptible in the first generation of human beings confronted with the new invention.

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Who is afraid of their own reflection?

Una madre con due figli, dagherotipo, Francia, circa 1850, (dettaglio)

In occasione della Biennale di fotografia di Senigallia, l’Atelier 41 ha il piacere di invitarvi alla mostra Chi a paura del suo riflesso? (Une giornata di Charles Baudelaire)

ROCCA ROVERESCA di SENIGALLIA, dal 31 marzo al 23 maggio 2023 – Vernissage giovedi 30 marzo, ore 17:00

On the occasion of the Senigallia Photography Biennial, Atelier 41 is pleased to invite you to the exhibition “Chi a paura del suo riflesso? (Una giornata di Charles Baudelaire)”. Vernissage Thursday March 30, 5 pm.

La Cicciotta, dagherotipo colorato , USA, circa 1850 (dettaglio)

La mostra invita il visitatore a cercare tra una selezione di ritratti dagherrotipici gli indizi di angoscia, disagio e tensione percepibili nelle prime generazioni di esseri umani confrontati con questa nuova invenzione.

The exhibition invites the visitor to search among a selection of daguerreotype portraits the clues of distress, discomfort and tension perceptible in the first generations of human beings confronted with this new invention.

Il pugno, dagherotipo, circa 1850, (dettaglio)

“-Come! È tutto qui?”, si chiedeva Baudelaire in “Il sogno di un curioso”. Il poeta francese ha assistito all’ascesa della fotografia fin dalle sue origini. Un giorno di dicembre 1861, decide di mettere in scena una verifica della sua intuizione rispetto a questa meraviglia tecnologica che tanto incuriosisce quanto spaventa coloro che ne vengono a contatto.

“– Eh quoi ! n’est-ce donc que cela ?”

“— What! is that all there is to it?” wondered Baudelaire in Le Rêve d’un curieux.

The French poet had witnessed the rise of photography from its origins.

One day in December 1861, he decided to stage a verification of his intuition with respect to this technological marvel that both intrigued and frightened those who came in contact with it.

Etienne Carjat, Charles Baudelaire, rue Laffitte, December 1861 (detail from Galerie Contemporaine woodburytype, 1876)

La parte successiva della mostra ricostruisce una giornata nella vita dell’autore che, più di chiunque altro, cerca di comprendere ciò che affascina tanto in questo processo.

The next part of the exhibition reconstructs a day in the life of the author who, more than anyone else, seeks to understand what is so fascinating about the process.

Etienne Carjat, Monsieur Arnauldet, rue Laffite, December 1861 (detail, courtesy Musée d’Orsay)

Con la complicità di uno dei suoi amici fotografi, Étienne Carjat, il cui studio si trovava all’angolo della rue Lafitte, di fronte a Notre-Dame-de-Lorette, il pretesto sarà la realizzazione di un ritratto che avrebbe potuto essere classico, di uno dei loro conoscenti, Thomas Arnaudet, funzionario al gabinetto delle stampe della Biblioteca Imperiale.

With the complicity of one of his photographer friends, Étienne Carjat, whose studio was located on the corner of the rue Lafitte, opposite Notre-Dame-de-Lorette, the pretext would be the creation of a portrait that could have been classical, of one of their acquaintances, Thomas Arnauldet, an official at the Imperial Library’s print cabinet.

After Félix Trutat, Le Reve, 1846, silver print circa 1920